L’obiettivo principale di questo blog è quello di descrivere ed analizzare in modo conciso ma accurato il mito di Salomè, protagonista femminile di una delle vicende bibliche che maggiormente impressionò l’immaginario collettivo. Il proposito è di illustrare brevemente l’episodio della decapitazione di Giovanni Battista che nei secoli diede inizio all’autonomia della figura di Salomè ed interrogarci su quanto la donna dei nostri giorni si avvicini a questo modello di femme fatale.

Trama
I protagonisti implicati nell’episodio della decollazione di Giovanni Battista sono quattro:
Erode Antipa (figlio di Erode il Grande e fratello di Erode Filippo), Erodiade (nipote di Erode il Grande, moglie di Erode Filippo e madre di Salomè), Salomè nata dal matrimonio fra Erodiade e Erode Filippo ma figlia adottiva di Erode Antipa in seguito al secondo matrimonio della madre. Giovanni Battista profeta che annuncerà la venuta di Cristo.

Erodiade contravvenendo alla legge ebraica sposa in seconde nozze Erode Antipa. Ella infatti già moglie di Erode Filippo aveva abbandonato assieme alla figlia la corte romana preferendo a questa quella giudaica.
La legge ebraica permetteva infatti di sposare in seconde nozze il fratello del proprio marito solo in caso di avvenuta morte di questi o di sterilità dello stesso.
Proprio la contravvenzione alla suddetta legge fu motivazione di conflitto fra il profeta Giovanni Battista e la regina Erodiade.
In occasione dei festeggiamenti del genetliaco di Erode Antipa, la efferata regina organizzò che l’affascinante figlia, figliastra del festeggiato, si esibisse in una seducente danza d’intrattenimento.
Deliziato dall’esibizione della giovane, Erode promise all’abile danzatrice qualsiasi dono finanche “metà del proprio regno”.
L’ingenua fanciulla su suggerimento della madre chiese su un piatto d’argento la testa del Battista. Suo malgrado contristato il tetrarca acconsentì alla richiesta.
Il racconto biblico si conclude con l’allontanamento dalla reggia degli adepti del profeta mentre trasportano il corpo del martire decollato.

Testimonianze bibliche da cui è tratto il mito
Presenterò qui di seguito i passi biblici in cui appare per la prima volta Salomè, chiamata non col proprio nome bensì con l’appellativo “ figlia di Erodiade”. I brani sono tratti dal Vangelo secondo Matteo 14,1-12 e Vangelo secondo Marco 6,14-29. E’ solo con lo storico Giuseppe Flavio nel testo storico Antichità giudaiche (XVIII 136-139) che si viene a conoscenza del nome della “figlia di Erodiade”, Salomè.

Martirio di Giovanni Battista

Matteo 14, 1-12
« In quel tempo il tetrarca Erode ebbe notizia della fama di Gesù. Egli disse ai suoi cortigiani: "Costui è Giovanni il Battista risuscitato dai morti; per ciò la potenza dei miracoli opera in lui". Erode aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione per causa di Erodìade, moglie di Filippo suo fratello. Giovanni infatti gli diceva: "Non ti è lecito tenerla!". Benché Erode volesse farlo morire, temeva il popolo perché lo considerava un profeta. Venuto il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode che egli le promise con giuramento di darle tutto quello che avesse domandato. Ed essa, istigata dalla madre, disse: "Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista". Il re ne fu contristato, ma a causa del giuramento e dei commensali ordinò che le fosse data e mandò a decapitare Giovanni nel carcere. La sua testa venne portata su un vassoio e fu data alla fanciulla, ed ella la portò a sua madre. I suoi discepoli andarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e andarono a informarne Gesù».

Marco 6, 14-29
« Il re Erode sentì parlare di Gesù, poiché intanto il suo nome era diventato famoso. Si diceva: "Giovanni il Battista è risuscitato dai morti e per questo il potere dei miracoli opera in lui". Altri invece dicevano: "E` Elia"; altri dicevano ancora: "E` un profeta, come uno dei profeti". Ma Erode, al sentirne parlare, diceva: "Quel Giovanni che io ho fatto decapitare è risuscitato!". Erode infatti aveva fatto arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, che egli aveva sposata. Giovanni diceva a Erode: "Non ti è lecito tenere la moglie di tuo fratello". Per questo Erodìade gli portava rancore e avrebbe voluto farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo giusto e santo, e vigilava su di lui; e anche se nell`ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri. Venne però il giorno propizio, quando Erode per il suo compleanno fece un banchetto per i grandi della sua corte, gli ufficiali e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla ragazza: "Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò". E le fece questo giuramento: "Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno". La ragazza uscì e disse alla madre: "Che cosa devo chiedere?". Quella rispose: "La testa di Giovanni il Battista". Ed entrata di corsa dal re fece la richiesta dicendo: "Voglio che tu mi dia subito su un vassoio la testa di Giovanni il Battista". Il re ne fu rattristato; tuttavia, a motivo del giuramento e dei commensali, non volle opporle un rifiuto. E subito il re mandò una guardia con l`ordine che gli fosse portata la testa. La guardia andò, lo decapitò in prigione e portò la testa su un vassoio, la diede alla ragazza e la ragazza la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputa la cosa, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro».






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